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Il Fidanzamento

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Le uniche che abbiamo sono quelle che ci provengono dal libro di Ireneo Affò, che cita appunto il Palio di Parma incidentalmente in occasione delle nozze di Engelenda (detta Maddalena) e Giberto da Correggio. Trovi le righe che lo riguardano alla pagina 193 del libro in questione (anno 1314) (clicca qui)

Giberto nacque dalla nobile famiglia dei Da Correggio, il cui nome deriva dal feudo nella bassa reggiana.

Molto ambizioso, fin da giovane progettava di unire sotto il proprio dominio le città di Parma, Piacenza, Cremona e Reggio. 

Nel 1303 riuscì a riappacificare la città di Parma, sempre in preda alle lotte tra le diverse famiglie e per questo venne acclamato dal popolo come Signore, con il titolo di "difensore della città e conservatore della pace".

In questa occasione richiamò dall'esilio diverse famiglie nobili, tra cui i Sanvitale, ma non i Rossi, sui acerrimi nemici. 

La pace durò comunque poco, tanto che accusandolo di congiurare contro di lui, fece condannare alla decapitazione in piazza Ghiaia il nobile Magnano da Cornazzano considerato un eversivo. Chi veramente cercava di porre fine alla sua signoria erano però i Visconti di Milano, i Dalla Scala di Verona, i Bonaccolsi di Mantova, ma anche le famiglie parmigiane dei Ruggeri, dei Rossi e dei Sanvitale stessi. 

Nel 1311 l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, lo invitò alla propria incoronazione in Sant'Ambrogio a Milano, nominandolo cavaliere.

In quella stessa occasione, Giberto consegnò all'imperatore un oggetto di inestimabile valore: la corona del Sacro Romano impero, custodita dal 1248 in duomo a Parma. I parmigiani l' avevano infatti presa a Federico II di Svevia sconfitto dopo aver assediato la nostra città per oltre sei mesi con l'intenzione di raderla al suolo. Nonostante il dono, Enrico VII gli chiese di permettere alle famiglie dei Lupi e dei Rossi di rientrare a Parma, cosa che avvenne. 

La pace non durò comunque a lungo, tanto che i Rossi dopo un paio di mesi lasciarono nuovamente la città per arroccarsi nei loro castelli del contado.

Proprio nel tentativo di porre fino alle lotte, nel 1314 Giberto sposa Engelenda (detta Maddalena) Rossi di San Secondo. 

Nel 1316 viene però definitivamente deposto al grido di "viva il popolo e muoia Giberto da Correggio". Il potere venne ridato alle arti e al comune di Parma. Gibertomorirà nel 1321, e dopo la sua morte fu proprio un Rossi di San Secondo, l'odiato Rolando, fratello della sua sposa a dominare su Parma. 

 

Engelenda (detta Maddalena) Rossi di San Secondo

 

Di Engelenda non sappiamo molto. Sappiamo però che era dotata di grande bellezza e numerose virtù, come tutte le ragazze dei Rossi di San Secondo. La sua ascendenza nobile era indubbia, potendo contare tra i propri avi, i Da Carrara, ovvero la famiglia più potente di Padova, e i Fieschi, signori di Genova. Proprio da questi ultimi derivava la sua parentela diretta con Papa Innocenzo IV, che altro non era che il fratello della bisnonna. Quest'ultimo aveva trascorso la giovinezza proprio a Parma sotto la guida del Vescovo Obizzo Sanvitale e fu il primo a permettere ai cardinali di indossare un cappello rosso.

Giberto ed Engelenda ebbero diversi figli insieme, tra cui Giovanni e Donella. Morì nel 1340.

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