Porta Nuova
In contraddizione col suo nome, è una delle più antiche e venne così chiamata dopo i restauri. Era la porta che si apriva verso le colline, ma soprattutto verso i feudi del Reggiano. Da lì si partiva per arrivare alle terre Matildiche, per fare un esempio. Era la porta più esposta in quanto quella più a sud e per questo venne rafforzata, in seguito, con la costruzione della Cittadella. Gli abitanti della zona erano divisi in tre categorie ben distinte: verso il centro della città i nobili e gli artigiani; a metà contadini e braccianti e infine i più miseri, una sorta di Corte dei Miracoli. Era lo spazio riservato a coloro che, pur non facendo parte della cittadinanza, vi risiedevano per lavorare o per essere protetti da nemici ostili anche a Parma. Gente povera e diseredata, con intere famiglie al seguito, dedite ai lavori più umili e ai confini della legalità. Appena qualche chilometro fuori dalla Porta si notavano degli agglomerati di piccole abitazioni addensarsi attorno ad una chiesa. Era il luogo d'incontro e di rifugio per i fuoriusciti, ossia per ladri e malfattori che erano dovuti scappare dalle ire della città.
Naturalmente questo vivacizzava la vita degli abitanti vicino alla cinta muraria. Posta lungo il "cardo" romano, si apriva verso sud. Benchè la sua menzione risalga solo al 1261, quando venne rifatta in muratura (e perciò denominata Nuova) essa doveva esistere da tempo, avendo, con l'allargamento della città, sostituita la più antica "Porta Pediculosa" con la quale viene identificata. Nel 1363 Bernabò Visconti vi fece erigere "un castello" che, corredato da altre opere di fortificazione in modo da essere collegato alla città, divenne la sua residenza preferita allorchè dimorava a Parma, come dimostra un atto rogato "nella sua camera da letto posta entro la rocca di Porta Nuova". Fino al 1372 Bernabò Visconti continuò a mantenerla in posizione privilegiata, ciò che fece anche dopo il 1385 il suo successore Gian Galeazzo. Le fortificazioni erano munite di quattro torri collegate da mura merlate con ponte levatoio. Nel 1564 (come tramanda Cristoforo della Torre) il castello era in via di demolizione e di esso rimanevano solo alcune vestigia. A mutare l'ubicazione della porta, collocandola pressapoco all'incrocio tra viale Solferino e viale delle Rimembranze, intervenne nel 1591 la costruzione della Cittadella. La porta venne aperta, infatti, in una delle muraglie che raccordavano la Città della stessa e l'antico circuito murario. Di essa non rimangono testimonianze relative al periodo farnesiano.
Territorio: quartiere Cittadella, Strada Farini, Via XXII Luglio
Capitano: Paolo Chiari
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